Il neurone è un oggetto relativamente semplice, che prende dei segnali chimici o elettrici in entrata e risponde con un segnale elettrico in uscita. Se è vero che il nostro pensiero deriva dall’attività dei neuroni, certo non è la singola cellula a determinarne la complessità.
Il cervello infatti possiede 1’000’000’000’000 neuroni, che cooperano grazie a un numero enorme di interconnessioni. Sono proprio le connessioni che si modificano quando impariamo qualcosa, che determinano i circuiti che ci portano al ragionamento. E disgraziatamente è lì che agisce l’ecstasy, distruggendole.
Infatti se molte droghe alterano il pensiero modificando la chimica delle connessioni fra neuroni, gli allucinogeni in generale e l’ecstasy in particolare ha la terribile capacità di alterare le connessioni distruggendole. Nell’immagine si vede l’autoradiografia di una porzione del cervello di un roditore, prima e dopo l’uso di ecstasy. Le connessioni fra neuroni sono marcate in modo da imprimere la lastra e risultare evidenti all’occhio come linee chiare. L’effetto della droga è evidente e devastante: a sinistra vediamo una ricca rete di connessioni, e a destra un cimitero. Questo è l’effetto di una somministrazione su un roditore, sull’uomo potrebbe essere diverso, e dipende dalla dose, ma immaginate a cosa può portare l’uso prolungato.
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